Il progetto Hub prevede la realizzazione di un programma articolato di interventi di promozione della salute mentale, di prevenzione, di individuazione precoce e trattamento del disagio psicologico e dei disturbi psichiatrici agli esordi dell’adolescenza e della prima età adulta. I programmi clinici si rivolgono a pazienti giovani alle prime crisi in grado di utilizzare processi terapeutici basati prevalentemente su interventi educativi, terapie psicologiche individuali e di gruppo e per i quali si prevede, al termine del percorso, una restituzione al sociale e/o all’ambiente familiare.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una progressiva riduzione dell’età di esordio dei disturbi psichici in età evolutiva e ad un aumento delle conoscenze teoriche e dei modelli di trattamento dei disturbi psicotici e dei disturbi di personalità. Molte di queste condizioni si presentano nella tarda infanzia o nell’adolescenza con manifestazioni comportamentali di rischio (discontrollo comportamentale, elevata suicidalità ed abuso di sostanze) che necessitano di un intervento adeguato e precoce che spesso non viene approntato. Questi comportamenti si manifestano prevalentemente come condotte disturbanti la relazione tra l’adolescente ed il mondo sociale (scuola, famiglia, pari) che mascherano il disagio psicologico chiamando in causa numerosi attori istituzionali come i servizi sociali, quelli sanitari ed il Tribunale per i Minorenni sia per interventi civili che penali.
Parallelamente con lo sviluppo delle conoscenze teoriche e delle esperienze sul campo ci si è fatta l’opinione che i canonici percorsi terapeutici che fanno riferimento ai servizi per l’età evolutiva, alla psichiatria territoriale ed ai servizi per il trattamento delle tossicodipendenze non riescano ad intercettare in maniera adeguata il bisogno di cure che questi ragazzi manifestano. L’esito consiste spesso in un tardivo intervento clinico indifferenziato quando alcuni elementi psicopatologici di queste complesse condizioni si cristallizzano e si cronicizzano con manifestazioni di tipo psicotico, o si complicano con l’uso di sostanze o con problematiche di ordine giudiziario.
La filosofia d’intervento, ispirata alla promozione della persona umana nella sua interezza, alla valorizzazione della sua dignità e spiritualità e delle sue capacità di autonomia e progettualità, rappresenta il quadro di riferimento per sviluppare e realizzare programmi di intervento per la tutela della salute mentale, in particolare per ciò che riguarda le aree cliniche su individuate. L’obiettivo è aiutare la persona con problemi psichici a riprogrammare e riorganizzare la propria vita, riappropriandosi di valori e di speranze, nel rispetto della propria vulnerabilità e della relazione con il proprio contesto sociale. In termini clinici l’obiettivo è di raggiungere la “recovery”, vale a dire il recupero della funzionalità personale nella vita individuale e di relazione compatibile con la propria vulnerabilità bio-psico-sociale.
Il contesto di intervento rappresenta quel micro-cosmo sociale nel quale si effettua l’incontro funzionale tra interventi biologici, psicologici e sociali che agiscono sulle determinanti e sulle conseguenze (anch’esse biologiche, psicologiche e sociali) del disagio psichico.
Vengono svolti programmi di prevenzione (prevalentemente secondaria e terziaria), programmi educativi, terapeutici e riabilitativi personalizzati, attuati attraverso interventi diversificati (pedagogici, biologici, psicologici e psico-sociali), individuali e di gruppo, integrati fra loro.
I programmi preventivi hanno la finalità di individuare precocemente i segni di disagio precursori dello sviluppo di patologie psichiche e delle relative conseguenze (suicidio, comportamenti devianti, isolamento sociale, stigma, etc..), specie nella popolazione giovanile e di promuovere la salute mentale in una fase delicata del ciclo della vita (l’adolescenza).
Il trattamento clinico ha come obiettivo il miglioramento dei sintomi, l’acquisizione di una identità differenziata, il miglioramento delle capacità relazionali, il recupero o l’acquisizione ex-novo delle capacità individuali e dei livelli funzionali di autonomia dell’utente, al fine di raggiungere un adeguato reinserimento nella rete sociale, possibilmente nel proprio contesto di appartenenza.